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L'uscita dalla caverna

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FINE DELLA STORIA “IL MITO DELLA CAVERNA”

E…. Ad un certo punto l’uomo ebbe un’idea: decise, senza dir nulla, di andare fuori, e stavolta si accorse di non avere né paura, né coraggio. Era un sentimento strano, nuovo, un sentimento nato proprio in quel momento, mentre stava per uscire dalla caverna: la felicità. Egli non si fermò, continuò a correre, attraversò l’uscita della caverna, e, quando fu fuori, si arrestò. Aveva trovato ciò che stava cercando: un ramo, una foglia e alcuni resti di mollichine che gli umani avevano lasciato durante una merenda nel bosco. Li raccolse e li portò nella caverna, deciso a farli vedere ai suoi amici. Quando essi lo videro arrivare, cercarono di liberarsi dalle catene per fargli del male ma egli fece loro cenno di fermarsi; un cenno breve, deciso, che bastò a trattenerli. Si avvicinò e fece vedere loro tutto quello che aveva raccolto nel bosco. Quando essi videro queste “cose straniere” cercarono di indietreggiare, tra paura e coraggio, ma non potendolo fare veramente, emisero una specie di urlo, sempre tra paura e coraggio. Egli decise allora di lasciare gli oggetti raccolti ai loro piedi e rivelò loro i nomi di questi oggetti. Gli amici incatenati osservarono questi oggetti molto curiosamente. Poi, quando finirono di esaminare tutti i particolari degli oggetti, si voltarono verso il loro amico: anch’egli era diverso. Quando lo avevano visto per l’ultima volta era pallido, ora, invece, era rosso in volto e le mani non erano più sporche di fuliggine, erano pulite, perché le aveva sciacquate nel lago. I suoi capelli erano avvolti da una grande foglia, sistemata a mo’ di laccetto per legare i suoi capelli che con il passare del tempo erano cresciuti; gli amici avevano inoltre notato che si era fabbricato delle scarpe per proteggersi dalle spine. Non si parlarono per molto tempo, poi l’uomo disse: -Scusatemi, volevo svegliarvi ma dormivate profondamente e lo sapete che bisogna rispettare la quiete delle altre persone. -Lo sappiamo- disse quello che era stato sveglio per tutta la scena. -Cosa sono questi? -, disse l’uomo che nella fila era settimo. -Questi sono alcuni peli di non so cosa che ho trovato mentre camminavo nel bosco, se vi libero li potrete vedere! -. -E questo? -. -Questo è il fango che si trova sulle sponde del lago, anche questo se vi libero potrete vederlo-. - Cos’è un lago?????????-disse il più giovane. - E’ una meraviglia tonda con tanta acqua! Vedete, le le mie mani le ho pulite lì-. A quelle parole il giovane si fece slegare e si recò al lago. Il secondo chiese se c’era qualcosa di profumato, l’uomo disse di sì e lo condusse in un campo di fiori; così anche il secondo se ne andò. Il terzo voleva soltanto slegarsi perché gli facevano male le mani. Il quarto voleva una famiglia e il quinto desiderava prendere un po’ di sole. Il sesto ed il settimo erano sempre stati i più scontrosi di tutti gli altri: tentarono di convincerli…Ma non ci fu niente da fare. Passarono due anni. Il più giovane si era comprato una casa, il secondo costruì un orto, il terzo trovò un buon lavoro, il quarto si sposò ed ebbe quattro figli ed il quinto lavorò, diventò ricco, si sposò e si comprò una villa dove c’era una piscina dove prendere il sole. Un giorno si rincontrarono tutti per caso nella caverna dove erano cresciuti e non trovarono il sesto e il settimo; così capirono che, come il primo che si era liberato, si erano svegliati senza le catene e se ne erano andati nel bosco dove nessuno li avrebbe potuti trovare.

India Falcone, 9 anni Roma

 

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