Sfondo testata

Italia, Marzo 2020

[ indietro ]

esperimento

MI SVEGLIO E NON RICORDO PIU’ NIENTE

Una mattina, mi sveglio, apro gli occhi e, come al solito, guardo fuori dalla finestra. Al primo sguardo, resto stupita. Non vedo più le persone per strada, i bambini che corrono nei vicoli, il traffico, gli aerei nel cielo, i ragazzi nel bar o i nonni con il propri nipotini nel parco. Le uniche cose che osservo, invece, sono gli uccelli che volano liberi tra le nuvole e che hanno potuto fare ovunque i loro nidi per covare le uova senza il pericolo degli esseri umani. Osservo la gente che, con guanti e mascherine, tenendosi a distanza di un metro, si dirigono verso il supermercato vicino casa mia, altre persone che, pur di uscire, passeggiano con il cane al guinzaglio per ore, fattorini che distribuiscono buste della spesa e pacchi di acquisti online di casa in casa.

Apro la finestra e, solitamente, sentivo il clacson delle auto nel traffico, il rumore degli aerei, le discussioni per strada, le campanelle della scuola e le campane della chiesa, le risate dei bambini che giocano insieme. Ora ascolto solo i pianti ed i battibecchi dei miei familiari, costretti a restare a casa, i telegiornali che parlano solo di Coronavirus, le sirene delle ambulanze e quelle delle auto della polizia. L’unica cosa positiva che riesco a sentire sono il cinguettio degli uccelli, i versi degli animali che sono tornati a vivere nei giardini delle nostre case e il ronzio delle api che si stavano estinguendo.

Non percepisco, per fortuna, più la puzza dello smog, degli scarichi delle auto e delle fabbriche, ma anche, purtroppo, l’odore del pane caldo o quello dei dolci appena sfornati in pasticceria che non ho potuto avere neanche il giorno del mio compleanno una settimana fa.

Sento, però, l’odore della primavera con l’erba fresca bagnata di rugiada, dei fiori profumati e dell’aria che non è mai stata così pulita.

Per il tatto, non posso dire nulla, perché questo virus ci ha privato di ogni abbraccio, carezza, bacio o stretta di mano, anzi dobbiamo stare a un metro di distanza. Guardo, perciò, il mondo dalla finestra da sola senza poter essere abbracciata dai miei amici, dai miei nonni o dal mio papà perchè è un medico e non posso stargli molto vicino per sicurezza.

Ed il gusto? Non vedo l’ora di uscire con i miei genitori e tutti i miei amici (anche quelli che mi sono un po’ antipatici) per mangiare tutti insieme una gigantesca pizza margherita!!! 

Micaela Piscopo, Napoli

[ indietro ]

Sviluppo PanPot